TITO, PALAIA, PONTE A EGOLA

TITO, PALAIA, PONTE A EGOLA

coltivatore di parole

31 LUGLIO 2019

La fine di luglio ci porta da Tito, nella sua casa di campagna a Palaia verso Ponte a Egola, nel luogo dove semina, annaffia, cura… insomma coltiva… le sue parole. Siamo un gruppetto di 7 compagni della CRC Jerome Laronze ed il gruppo dei nuovi vicini di Tito che ci accompagnano in questa giornata di garanzia partecipata.

Tito ci accoglie nella sua casa dove i libri non passano inosservati in un ordine scompigliato ed articolato, dove regna un pianoforte che ci regala musica ed allegria grazie alla vicina di casa musicista che ci fa scoprire che Tito, non solo coltiva parole, ma crea anche arrangiamenti!

Un forno in salotto proprio di quelli di una volta caldo e protagonista del super pranzo che ci aspetta.

 

 

 

 

Un’altalena per cullarsi e tante cose per accogliere esseri umani ma non troppo!

Dopo un pranzo in compagnia dei suoi nuovi vicini di casa ricco di racconti di vita condivisi, dove scopriamo un po’ di più della vita di Tito e del suo cammino, dedichiamo un momento alle parole: scritte, coltivate, sognate… Giovanni ci regala la lettura di un testo ed il resto lo dedichiamo alle parole scritte e pubblicate da Tito leggendo e scegliendo a turno una parola dal “Dizionario Genuino Clandestino”.

Concludiamo la giornata con una passeggiata nel bosco variegato, con una flora un po’ particolare ed atipica a detta dei nostri esperti, luogo di passeggiate e fonte di ispirazione. Grazie a Tito per aver voluto condividere con noi questo pezzo della sua vita che lo lega alla nostra comunità. Per averci mostrato dove e come è possibile “coltivare parole”, parole che potete trovare anche in Piazza tutti i venerdì!

Anche questa è garanzia partecipata, cura dei luoghi delle persone dei percorsi…

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

DUCCIO, apicoltore

DUCCIO

miele

GIUGNO 2019

Nella giornata più torrida di fine Giugno noi, ai quali non piacciono le cose facili, abbiamo organizzato (ORE 14) la visita della Garanzia Partecipata da Duccio.

Presenti: 1 trasformatore , 2 produttori affini, 2 del gruppo GP.

Duccio ha fatto 3 anni l’apicoltore dipendente e nel 2017 ha iniziato la sua attività, quindi questo è il terzo raccolto che fa e fino ad ora non sono state grandi annate….speriamo nelle prossime!          Abbiamo visitato una postazione fissa nel Valdarno Le Balze. È da soli tre anni che Duccio fa l’apico/ultore ma dimostra un’ottima conoscenza; la postazione è ordinata e curata.

Per alcuni di noi è un mondo sconosciuto e grazie anche alla partecipazione di due produttori affini abbiamo potuto approfondire l’argomento e capire quali sono le vere difficoltà: anche l’apicoltura in questi ultimi anni risente delle variazioni climatiche e questo comporta un continuo osservare e capire non solo al fine della produzione ma anche per il benessere delle api.

Questa postazione è situata in una zona incontaminata senza grosse monoculture e quindi uso di prodotti chimici. La produzione prevalente è: miele di acacia, castagno e millefiori. Le zone di produzione sono: Valdarno, il pistoiese, Bagno a Ripoli.

 

Duccio è certificato BIO solo ai fini economici, il suo tipo di “allevamento” va oltre il bio. La filosofia di Duccio è quella di avere degli alveari stanziali: non pratica il nomadismo che stressa le api e nutre il meno possibile in modo artificiale, pratica invece molto usata in apicoltura. Usa materiali sostenibili nelle varie fasi di lavorazione, come acciaio e vetro. Il suo obiettivo è arrivare a circa 150 alveari per averne in produzione 70/100, numero per cui è possibile vivere di apicoltura senza bisogno di aumentare il personale per lavorare e vendere gli sciami.

Le cassette sono tutte colorate e dipinte, perché i disegni sono un punto di riferimento per le api. Fa di solito 2 trattamenti l’anno con acido ossalico contro la varroa, anche se molte api muoiono. L’allontanamento delle api dall’arnia viene fatta tramite fumigazione, bruciando balle di yuta.

Per la smielatura e le altre operazioni di laboratorio si appoggia a laboratori di apicoltori amici. Questo è un problema: iniziare un attività di apicoltura non richiede un grosso investimento iniziale, occorrerebbero sul territorio delle strutture a norma al servizio dei molti piccoli apicoltori.

La sua vendita è diretta, anche se prevede per il futuro (sperando in buone annate) di lasciarne un po’ all’ingrosso. Ha un buon rapporto con i proprietari dei terreni dove porta le api: la consuetudine vuole che si lascino 6kg di miele come regalo per l’uso del terreno, è importante perché avendo postazioni fisse sparse su una vasta area che va dal Valdarno al Pistoiese, in caso di problemi e anomalie avvertono l’apicoltore. Tutto questo avviene ovviamente su un’apicoltura di bassa scala.

Che dire per concludere, siamo felici di avere Duccio nella nostra comunità di resistenza perché come l’ape: “non è un animale domestico e neppure selvatico, ma qualcosa di intermedio, una creatura capace di contrarre rapporti con l’uomo (gli altri) senza perdere la propria libertà; o comunque restando sempre in condizioni di riprendersela.(Plinio,Historia naturalis)

Credo che questa frase-pensiero sulle api rispecchi quello che è Duccio, inoltre voglio lasciarvi con questo pensiero che invece rispecchia un po’ la nostra piccola comunità: Le api sono “insieme” e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

UNA NUOVA CONTADINA: AGNESE

LE VALLI, RIGNANO SULL’ARNO

ortaggi

26 MAGGIO 2019

Presenti: 2 contadini/produttori affini, 2 del gruppo GP della CRC Jerome Laronze, 2 compagni della CRC Jerome Laronze.

Oggi siamo in visita da Agnese: una giovane, giovanissima donna, che sta avviando una piccola attività di coltivazione di aromatiche e orticole presso casa sua. Agnese vive nel Valdarno con circa 15 amici e per raggiungerla ci vogliono un bel po’ di minuti di strada sterrata!

Il posto è incantevole seppur con qualche difficoltà, soprattutto per chi come lei ha voglia di coltivare: l’acqua per esempio non è scontata, ma ci stanno lavorando! Insieme ad Agnese ci accoglie sua sorella Irene complice nell’inizio di questa nuova attività, insieme ad altri due amici della casa; e poi cani e gatti coccoloni e giocherelloni.

Agnese e Irene ci fanno vedere dove coltivano le verdure miste ad aromatiche e ci raccontano i loro progetti. Ci mostrano inoltre la piccola, per ora, riserva di piantine che stanno coltivando per poi riprodursene i semi. Una delle passioni sono appunto i semi, per creare le piantine da poter dare a chi vuole coltivare ma soprattutto da piantare nello stesso campo per garantire una produzione orticola sana e completamente auto-prodotta.

Ci raccontano di come hanno pensato di impostare il loro campo confrontandosi con i contadini lì presenti e dei loro progetti futuri. Sono all’inizio, ma come comunità vogliamo sostenerli e dar loro spazio. Per concludere il pomeriggio ci aspetta una bella merenda condivisa e la compilazione della scheda della garanzia partecipata.

 

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!

GIOVANNI, di tutto un po’

AZ. AGRICOLA GIOVANNI PANDOLFINI, MONTESPERTOLI

ORTAGGI, VINO, FORMAGGI E TRASFORMATI

APRILE 2019

Presenti: 2 produttori affini, 1 produttore ospite Palestinese, 4 coproduttori, 2 del gruppo GP della CRC Jerome Laronze, 2 membri della CRC Jerome Laronze.

Da Giovanni c’è di tutto un po’:

2 mucche, 1 vitello, pecore, anatre mute, maialini, galline, ma soprattutto ortaggi e vigna. Avere degli animali, che Giovanni utilizza soprattutto per il fabbisogno della sua famiglia, aiuta ad avere un buon equilibrio agricolo: non si butta via niente, anche il letame è preziosissimo per concimare.

Ci ritroviamo tutti a casa di Giovanni verso le 10, i primi che arrivano contribuiscono al momento di mutuo aiuto che consiste nel legare la vigna. Non tutti lo sanno fare e così è un buon momento per aiutare ma anche per imparare.

 

Pranziamo ovviamente con prodotti tratti dall’attività di Giovanni ed assaggiamo l’ottimo vino!

 

Nel pomeriggio parte la visita nel campo, dove regna un’ampia varietà di ortaggi.

Nei pressi del campo abbiamo modo di vedere anche una serra, scoperchiata purtroppo di recente dalle intemperie, dove Giovanni crea le piantine che poi pianterà nel campo. Segue un confronto fra i produttori affini sulle tecniche di coltivazione.

Vediamo dove tiene gli strumenti di lavoro e tutti gli animali. Ci mostra anche la tabella dove segna tutto quello che semina ogni anno, dove e quando, così da poter sempre fare una consapevole e corretta rotazione per rinforzare la terra.

 

Una volta tornati a casa compiliamo la scheda. Giovanni fa un ottimo lavoro, ci sono delle piccole cose da migliorare che condividiamo così che Giovanni si impegni a migliorarle.

NÉ CONTROLLORI NÉ CONTROLLATI

GERMANA

AZ AGRICOLA LA COLOMBAIA, LASTRA A SIGNA

frutta

25 FEBBRAIO 2019

La quarta visita della GP ancora una volta non ci ha deluso. Tutte le volte ci rendiamo conto che è un percorso da sostenere e sperimentare. 3 ettari a frutteto e 1 ettaro di bosco immersi nelle colline di Lastra a Signa; forse l’unica “pecca”, se così la vogliamo chiamare: la superstrada che passa vicino. Per fortuna un bel pezzo di bosco fa da barriera e separa l’azienda agricola dalla FIPILI.

Germana, che quando viene al mercato sembra un folletto uscito dai boschi con la sua splendida bimba sempre con lei, ci accompagna a visitare il terreno.

Iniziamo dalle piante di feijoa: una coltivazione non tipica ma che si adatta bene ai nostri terreni, i cui frutti Germana porta regolarmente al mercato. La LORO È AGRICOLTURA NATURALE: NON USANO NESSUN CONCIME O PRODOTTO DI SINTESI.

 

Andiamo a raggiungere Stefano che sta potando le viti. Le varietà di viti sia da vino che da tavola sono vecchie e mentre ne parliamo Stefano ci fa una lezione sulla potatura delle stesse. La loro filosofia è quella di mettere e riprodurre varietà che non necessitano di trattamenti e sono più resistenti alle malattie.

Per l’irrigazione hanno la fortuna di avere un piccolo lago sopra il loro terreno e, a caduta, riescono ad irrigare tutto. Il terreno è sabbioso e friabile, ottimo per la coltivazione dei topinambur che vengono portati al mercato.

Come attività formativa che spesso accompagna le nostre visite abbiamo scelto la potatura degli alberi da frutto: Stefano ci fa vedere varie tecniche fra cui anche come potare i castagni lasciando dei rami che possono diventare una scala per salire fino in alto, sempre legati ed in sicurezza ovviamente.

Il tempo passa in fretta e ci accingiamo ad entrare nella rimessa; ora il freddo e l’umidità si fanno sentire e tra composte di frutti antichi, pane e un buon bicchiere di vino compiliamo la scheda.

Crescono le nostre conoscenze, crescono le relazioni, si stringono legami di fiducia. Un grazie di cuore a Germana e Stefano che hanno aperto le porte del loro podere a tutti noi.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!

Stefano, Azienda Agricola Panterra

PODERE POGGIO AL VENTO, SCANDICCI

pane ma non solo…

GENNAIO 2019

Nonostante l’allerta neve siamo riusciti ad andare dal nostro panettiere Stefano. Purtroppo è saltato il mutuo aiuto al mattino che recupereremo la settimana prossima, ma siamo riusciti a fare la GP.

Presenti: 1 panificatore/produttore affine, 2 olivicoltori, 2 del gruppo GP della CRC Jerome Laronze ed una co-produtrice.

Stefano panifica in casa in una cucina piccina ed ordinata mentre il forno si trova subito fuori: un bel forno grande e ben tenuto con un piano per il pane e gli strofinacci bianchi stesi pronti per la prossima infornata. Ci racconta che riesce a fare circa 100 Kg di pane a settimana che vende un po’ al mercato contadino di Piazza Tasso ed il resto tramite GAS e consegne a domicilio. A breve vorrebbe anche sistemare un po’ il forno, soprattutto il piano per garantire una cottura migliore al suo pane.

 

Ma il giro continua poiché Stefano oltre a fare il pane gestisce anche dei terreni di cui la maggior parte a ulivi. Li sta piano piano recuperando insieme ad un’altra persona, ma questo gli permette di avere l’olio suo per fare il pane, per casa, ma anche un po’ da vendere. Una parte di terreni è a bosco, dal quale ricava la legna per accendere il forno.

 

 

In una piccola parte ha messo un pollaio con un po’ di galline Valdarnesi che gli procurano uova che tiene mentre l’eccedenza la vende. Vicino al pollaio ci sono dei conigli che alleva per autoconsumo. Aveva un piccolo orto ma per ora da solo non ce la fa. Mentre ha una piccola vigna attiva per prodursi un po’ di vino.

I suoi progetti sono quelli di seminare nello spazio rimanente il grano, perché attualmente la farina la compra da Floriddia.(https://www.ammuina.org/floriddia/index.php)  Inoltre ha altri grandi progetti: dove vive c’è uno spazio che potrebbe diventare il suo laboratorio di panificazione ed a questo ci sta lavorando; intanto in quello spazio ci vinifica. Questo spazio è comunicante con una splendida cantina, di quelle vere di un tempo, dove conserva olio, vino, farine e varie.

Conclusa la visita torniamo nella calda ed accogliente casetta di Stefano, compiliamo le schede della garanzia partecipata, ci confrontiamo sul reperimento prodotti e aspettiamo il resto del gruppo della Comunità per proseguire con l’assemblea. Ilaria, la coproduttrice invece ci saluta e ringrazia per il pomeriggio trascorso insieme.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

 

Pietro, Podere Il Noceto

dalla VAL BISENZIO, PRATO
funghi e castagne da raccolta spontanea, verdura, piccola vigna, trasformati…

DICEMBRE 2018

Partiamo per andare a trovare Pietro personaggio del nostro mercato contadino che ogni tanto allieta il mercato con stornelli e terzine. Passata la caotica Prato prendiamo la strada per Vernio-Vaiano, dopo poco la città è alle spalle e la montagna si apre di fronte a noi. Curviamo a sinistra e saliamo ancora. Piacevole sorpresa arrivare al podere di Pietro: immerso nei boschi lontano da tanti e da tutto, un posto incontaminato.

Presenti: 1 trasformatore, due raccoglitori, 1 produttore affine, 4 del gruppo GP.

Pietro ci porta subito a vedere il podere: l’orto, le viti, i frutti e il bosco che rappresenta una fonte di sussistenza importante, la cantina e la falegnameria perché Pietro fa anche piccoli lavori di restauro e con il legno.

Il podere il Noceto è di proprietà di cui 1000 metri coltivati e 2000 metri di bosco. Il suo padre spirituale: Fukuoka.Il Progetto di Pietro è quello dell’autosufficienza e vendere il surplus.Ci racconta con quanta passione e difficoltà tiene il podere, soprattutto il proliferare di ungulati e cinghiali portano grossi problemi . Il 90% delle sue vendite è al mercato in Piazza Tasso, la sua è una piccola produzione ma la passione e l’amore per le cose buone ha portato ad un paio di prelibatezze che troviamo solo da lui. Pietro non ha un laboratorio, ma le sue conoscenze su tecniche di trasformazione ed essiccazione sono buone; ha fatto parte di un gruppo ecologico di Sesto fiorentino che ha organizzato vari corsi su trasformazione e conservazione a cui ha partecipato. Pietro non ha bisogno di luoghi particolari per lo stoccaggio, lui raccoglie e trasforma immediatamente; la cantina è molto ordinata.

Dopo ci siamo seduti intorno al tavolo con una buona merenda e abbiamo compilato la scheda.

Nel confrontarci Pietro ci ha esposto le sue difficoltà, per esempio nel trovare prodotti per la trasformazione come lo zucchero o il cacao biologici, da commercio equo e solidale a prezzi dignitosi. Parlando e confrontandoci tutti insieme ci siamo resi conto di come il gruppo GP con le visite e soprattutto con la costruzione di comunità può essere di aiuto a risolvere problemi che uno da solo non può risolvere. Proprio in questa occasione il gruppo GP ha deciso di lavorare sulla ricerca di queste due materie prime da acquistare collettivamente e allargare l’ordine a tutti i produttori del mercato.

Questa giornata è stata importante perché ha stretto un altro legame nella comunità, ci ha fatto capire l’importanza delle visite e di avere un gruppo GP al nostro interno per risolvere problemi e darci aiuto reciproco.

Arriva il buio e la nebbia, ci salutiamo con forti abbracci e baci.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

Prima Garanzia Partecipata: Az. agricola Forra’ Pruno

AZIENDA AGRICOLA FORRA’ PRUNO LAMPORECCHIO PISTOIA
olio evo,composte,succhi,salse,sottoli,sapone…

19 NOVEMBRE 2018

Il gruppo GARANZIA PARTECIPATA della Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze ha effettuato la prima visita. Quattro ore di:
camminata, visita del frantoio,visita del laboratorio e della nuova azienda Forra del Pruno.
Presenti: 2 olivicoltori, 1 frantoiano, un trasformatore raccoglitore, 1 produttore affine, 2 del gruppo GP.
L’az. agricola Forra’ Pruno non è di proprietà ma in affitto dall’ASL da quasi 30 anni, il prossimo Novembre 2019 scade il contratto. Per continuare a lavorare e restare con le radici su quella terra è nata una nuova Az Ag Forra del Pruno di Matteo, il figlio.

Abbiamo percorso le strade poderali in mezzo ad olivi ultracentenari, il podere è ben tenuto e non presenta abbandono. A pochi metri dalla casa si trova il laboratorio per la produzione di conserve e confetture, Tiziana ci ha spiegato tutte le fasi di preparazione delle confetture di sua produzione dettagliando sulle
operazioni che garantiscono la qualità e la sicurezza dei prodotti.

 

Ci siamo incamminati a pochi metri dall’azienda, dove abbiamo potuto notare la serietà, pulizia e sostenibilità del frantoio Balduccio che usa un macchinario Mori di San Casciano. L’incontro è stato molto interessante per il gruppo soprattutto per olivicoltori e frantoiano che hanno potuto vedere, scambiare opinioni e informazioni con chi ci lavora.

L’olio evo è la passione di Andrea: raccolta manuale, frangitura entro le 12 ore dalla raccolta, filtraggio. Piccoli ma indispensabili accorgimenti per produrre un buon olio evo.

Dopo il frantoio siamo andati a visitare la nuova azienda di Matteo: Forra del Pruno.
Quando si crede nella terra e in un progetto si può affrontare un tale lavoro:
ridare la luce ad un podere dopo 70 anni di abbandono ripristinando i terrazzi, gli acquidocci e riportando alla luce il lavoro di uomini e donne che hanno modellato questa terra difficile. 200 piante da frutto, 800 olivi, 2000 metri di piante aromatiche: tutto bio e biodinamico; le piante sono state acquistate da Lonsi Vivai.

Alla fine con una buona tazza di tisana e paneolio abbiamo compilato le schede.

NÉ CONTROLLORI NÉ CONTROLLATI

AL FIANCO DEI POPOLI DELLA SIRIA DEL NORD E DELL’EST

La storia dei territori della Siria del Nord e dell’Est è quella di una regione sull’orlo del collasso: per troppo tempo e a scapito di tutte, la violenza e gli interessi coloniali e predatori hanno imperversato, sfruttando in maniera brutale donne, uomini e terre. Per troppo tempo conflitti, pulizie e sostituzioni etniche, migrazioni, stermini e ogni genere di violenza hanno martoriato gli abitanti di questi luoghi. Siamo contadine, e sappiamo che gli interessi mortiferi che hanno provocato tutto questo sono gli stessi che hanno promosso l’esteso disboscamento, l’insediamento di nocive monocolture in enormi aree, l’odiosa espropriazione delle acque che bagnavano quei territori; gli stessi interessi di quei pochi che tutto vorrebbero mettere a valore e che da tutto vorrebbero estrarre valore.

Ma nonostante tutto questo, nella Siria del Nord e dell’Est il movimento rivoluzionario non si è mai piegato, e anzi proprio in questi luoghi devastati è stato in grado di dimostrare che si può immaginare e costruire una società nuova e più giusta, femminista, ecologista, egualitaria, libera. L’attacco della Turchia di Erdogan non è solo l’ennesimo tentativo di pulizia etnica, ma un attacco diretto contro tutto questo.

La rivoluzione del Confederalismo Democratico ha messo al centro l’ecologia. Questa guerra è un attacco diretto contro ogni tentativo di di costruzione di una società ecologica.

La rivoluzione del Confederalismo Democratico ha messo al centro la questione femminile. Questa guerra è un attacco diretto contro ogni donna in lotta contro il patriarcato.

La rivoluzione del Confederalismo Democratico ha messo al centro l’autodeterminazione dal basso di ogni aspetto della vita. Questa guerra è un attacco diretto contro chiunque lotti per l’uguaglianza e la libertà.

Ecco perché siamo in piazza oggi come Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze. Per schierarci al fianco dei popoli della Siria del Nord e dell’Est, dichiarare vicinanza alle nostre compagne e ai nostri compagni delle Forze di Difesa del Popolo e a questa meravigliosa esperienza rivoluzionaria, che illumina la strada a ognuna di noi, per esprimere la nostra totale solidarietà, la complicità nella lotta.

Perchè la loro lotta è la nostra lotta.

Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze

Mondeggi Bene Comune, Fattoria Senza Padroni

25 ottobre in Tasso: la nuova Legge Regionale sui Trasformati

A partire delle rilevanti novità contenute nella recente legge regionale “Disposizioni per la lavorazione, trasformazione, ed il confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva provenienza aziendale”, abbiamo organizzato un dibattito con Tommaso Fattori, Antonio Agostini e con i contadini e contadine interessate a capire e discutere di trasformazioni alimentari.

TERZO SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA: PERCHE’ IL 27 SETTEMBRE SCENDEREMO IN PIAZZA

11 anni è il tempo stimato dagli scienziati per invertire la rotta ed affrontare la più imponente crisi che il pianeta abbia conosciuto, una crisi che si rende ogni giorno più manifesta e che prende la forma degli incendi in Amazzonia ed in Siberia, degli eventi atmosferici anomali, delle migrazioni forzate, della distruzione di interi ecosistemi ed equilibri naturali.

L’emergenza climatica non può essere derubricata ad un semplice surriscaldamento, si tratta di un fenomeno ben più ampio e complesso. Lo scenario che si apre da qui ai prossimi anni è quello di un disastro ambientale senza precedenti, che non concerne solo le variazioni di temperatura, ma anche lo stato in cui versano le risorse naturali primarie da cui dipendiamo: le nostre acque, la nostra terra, la nostra aria, sono sempre più sfruttate ed inquinate.

La contaminazione, la cementificazione, l’edilizia indiscriminata, il continuo assottigliarsi delle aree verdi, l’inarrestabile costruzione di mega industrie e grandi opere, stanno compromettendo in maniera irreversibile la vivibilità dei territori. Leggi tutto “TERZO SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA: PERCHE’ IL 27 SETTEMBRE SCENDEREMO IN PIAZZA”

Cena di fine estate in P.zza Tasso

Venerdì 20 settembre cena popolare in Piazza Tasso, dopo il mercato contadino. Il ricavato sarà devoluto in sostegno delle spese legali di Voci dalla Macchia, e per chi non sapesse di cosa stiamo parlando ecco il testo esplicativo:

Il 18 novembre 2011 Voci dalla Macchia tentò di riappropriarsi di uno spazio all’interno dell’area
ferroviaria di Pontassieve, facente parte un complesso di 9 ettari costituito da palazzine e edifici
industriali abbandonati da oltre vent’anni, già scenario nel 2006 di una precedente e fruttuosa
esperienza di occupazione durata alcuni mesi.

La risposta dei solerti carabinieri di paese giunse alle 9 del mattino seguente. In 6 “dei nostri” si
barricarono sul tetto e lì resistettero per ben 2 giorni, mentre in strada un nutrito presidio solidale giocò
ogni sua carta nel tentativo di difendere quella neonata esperienza, in un clima determinato e
conviviale, tra incursioni, pratiche di lotta, “battiture” e danze. Data l’inconcludenza dei militari locali,
il secondo giorno fu invece la Questura ad apporre il punto definitivo, mostrando i muscoli con decine
di uomini in assetto antisommossa e minacciosi blindati. Leggi tutto “Cena di fine estate in P.zza Tasso”

Vecchie Contadinità, Nuove Attitudini

Chiacchierata con Stefano boni, professore e antropologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia

Tratto dalla rubrica Minima Ruralia della trasmissione Radio Contado di Wombat Radio.

 

Mulo: Città e campagna. Tra queste c’è sempre stato un rapporto di vicinanza-lontananza..

Stefano: Si’, c’è sempre stato un rapporto simbiotico tra città e campagna, che però si è invertito in questi ultimi 100 anni. La campagna è stata la cultura umana per buona parte della storia, e solamente negli ultimi 100 anni ci siamo abituati a considerarci come esseri umani che vivono in contesti urbani. Per dare dei numeri riguardanti il nostro Paese: dal  1300 al 1800 tra il 90 e il 65% della popolazione viveva in centri sotto i 5mila abitanti, e solamente dal 2 al 14% in centri sopra i 15mila abitanti.

M: Parlaci un po’ di questa cultura di campagna.

S: La cultura umana era una cultura di campagna, anche se la storia tende a dare un peso maggiore alla cultura cittadina. Quando noi riguardiamo il passato in termini di Che cos’è la civiltà umana, noi cancelliamo la vita di campagna e ci soffermiamo sulle città – gli intellettuali di città, le opere artistiche, le guerre dei potenti pensate nelle città – quindi è buffo perché siamo stati una specie di campagna ma ci rappresentiamo oggi  come esseri umani che hanno sempre vissuto in città. Invece la nostra è una storia di simbiosi con l’ambiente naturale.

M: E’ facile ricollegarsi al mondo classico. Si può dire che la fine del nomadismo è stato l’inizio di questo percorso alla rovescia? Leggi tutto “Vecchie Contadinità, Nuove Attitudini”

CON LA RESISTENZA DI XM 24, VERSO UN NUOVO ASSALTO AL CIELO!

Ieri martedì 6 agosto 2019 lo spazio autogestito XM24 di Bologna è stato sgomberato.
XM24 è da sempre un mondo che contiene molti mondi, una spazio trasversale di espressione autonoma e di autogestione, un luogo aperto all’incontro e alla sperimentazione metropolitana. Forse proprio per questo le ruspe (anti)democratiche del PD, galvanizzate dagli applausi del
ministro dell’interno, hanno tentato di polverizzare 17 anni di autogestione
e lotte sociali, portate avanti attraverso una fittissima rete di
proposte sociali, culturali ed agroecologiche fatte di mercati contadini e genuini,
orti sociali, concerti, mense popolari, palestre, scuola di italiano, hacklabs e radio libere, sportelli
medico giuridici, laboratori di recupero del legno, serigrafia, sartoria,
comunicazione indipendente, cicloriparazione e danza, per citarne solo
alcuni.
Obiettivo apparente: costruire 10 miniappartamenti e gentrificare
ulteriormente la città.
Obiettivo nucleare: vanificare l’impegno ed eradicare la speranza dal
petto di chi dedica la propria vita alla costruzione di un’alternativa di civiltà al nulla che avanza.
 
E’ evidente. Abbattere esperienze del genere significa dichiarare che il
futuro dev’essere sterilizzato da ogni forma di creatività culturale, di
rigenerazione urbana, di scambio umano. Ci vogliono stupide, impaurite,
passive, tristi, silenziose. Ma rispondiamo con solidarietà e resistenza creativa. La stessa grazie alla quale proprio ieri nel pomeriggio è stato strappato un importante accordo con il Comune, firmato dall’assessore Lepore, che si impegna “a trovare una nuova sede adeguata in cui far ripartire le attività dello spazio, quanto prima e non oltre il 15 novembre 2019, a partire dalla valutazione degli immobili precedentemente proposti da Xm24 il 1° agosto”.
 
Sosteniamo XM24, sicure che presto tutta queste energie troveranno una nuovo territorio di espressione, un nuovo spazio in autogestione. La storia infinita di XM24 non finisce qui!
 
Per info e aggiornamenti: Radio Onda Rossa, www.zic.it e
www.ecn.org/xm24/
 
Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze
Genuino Clandestino Firenze