Comunicato di Genuino Clandestino: Chiudere fabbriche e magazzini, Riaprire i mercati contadini

In queste settimane di emergenza tra le varie (e contraddittorie) misure
adottate per contenere la diffusione di Covid 19 abbiamo visto chiudere
senza troppi preamboli e nel nome della sicurezza sanitaria gran parte dei
mercati contadini di tutto il paese.

Sebbene siamo consapevoli che limitare al minimo spostamenti e
assembramenti sia in questo momento necessario non solo per il governo ma
soprattutto per la salute di tutte e tutti, troviamo incomprensibile la
decisione di bloccare l’unica possibilità per la popolazione di accesso ad
un cibo locale, sano e genuino.

La definizione di sicurezza alimentare riconosciuta a livello
internazionale è quella elaborata durante il World Food Summit del 1996
secondo la quale : “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso
fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti
che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una
vita attiva e sana”.

Fermo restando che escluso lo stato di emergenza attuale il concetto di
sicurezza alimentare venga continuamente violato attraverso la vendita e la
somministrazione di alimenti sempre più poveri di nutrimenti e contenenti
“residui” di sostanze chimiche nocive, si può oggi evidenziare con
chiarezza come :

· I supermercati siano luoghi ad alto rischio di sovraffollamento e
possibile contagio.

· Chi lavora all’interno di essi non sia in nessun modo tutelato se
non con scarse misure di prevenzione in cambio di stipendi da fame.

· La Grande distribuzione Organizzata si basa sulla
delocalizzazione della produzione e fa uso di forza lavoro su ruote, nave
ed areo per commerciare e spostare il “Cibo Merce” esponendoci ad alti
rischi in materia di sicurezza alimentare

A fronte di queste considerazioni, che sosteniamo con forza anche al di là
della presente situazione emergenziale, pensiamo che tutte le esperienze e
pratiche concrete quali mercati contadini, locali ed autonomi, gruppi
d’acquisto solidale, vendita diretta da parte di piccoli/e produttori e
produttrici siano l’unica risposta sensata all’approvvigionamento del cibo.

L’autonomia e l’autodeterminazione alimentare di un territorio sono
elementi fondanti del suo bagaglio di anticorpi per rispondere alle crisi
ed alle emergenze, per avere comunità resilienti in grado di far fronte a
situazioni di difficoltà. Dipendere interamente dalla grande distribuzione
per l’approvvigionamento di cibo rende i luoghi in cui viviamo fragili e
vulnerabili, e ci espone a tutti i rischi e gli imprevisti a cui è esposto
il mercato stesso in situazioni emergenziali.

Chiediamo quindi che in tutto il paese , rispettando le normative sanitarie
predisposte dal Ministero della Salute, siano IMMEDIATAMENTE riattivati i
permessi per i mercati e per la vendita diretta dei prodotti contadini.
Inoltre chiediamo che vengano rispettati i diritti delle lavoratrici e
lavoratori del settore alimentare che per pochi spiccioli sono obbligati a
dover lavorare senza nessun tipo di garanzia e sicurezza.

Crediamo anche che la condizione attuale (per quanto riguarda la produzione
agroalimentare) sia causa ed effetto di un processo ormai consolidato che
ha sottratto ai territori, in particolare quelli urbani, ogni capacità di
rispondere in maniera autonoma ai propri bisogni primari. Creando così uno
stato di dipendenza totale all’interno del quale anche il cibo , risorsa
essenziale alla vita, diventa merce di consumo e non diritto inalienabile.

 

Genuino Clandestino

Cristian e Katrin, az. agricola Pecora Nera

Poggio a Caiano

formaggi e olio

DICEMBRE 2019

Ultima visita del gruppo GP 2019

Siamo andati a trovare Cristian e Katrin, i nostri pastori e produttori di formaggi e olio nel comune di Poggio a Caiano. Siamo un bel gruppo: allevatori, olivicoltori, qualcuno è venuto anche a costo di saltare con le stampelle nel fango. Ad accoglierci lo splendido sorriso di Katrin e la sua determinazione da brava tedesca dell’est.

Con lei un turbinio di cuccioli di Pastore della Sila, che allevano e che costituiscono una risorsa per loro. Forte è stato anche il loro impegno perché questa razza fosse riconosciuta per la sua capacità di fare la guardia alle pecore contro i lupi, un problema divenuto serio negli ultimi anni anche nella zona del Montalbano.

Ci fermiamo sotto la nuova stalla, costruita grazie al mutuo-aiuto: bella grande, gli animali hanno un luogo pulito e riparato, tanta morbida paglia e fieno per mangiare.

Parliamo delle difficoltà degli ultimi anni dovute alle scarse piogge che portano come conseguenza la mancanza di erba per gli animali. Problema temporaneamente risolto, ancora una volta grazie al mutuo-aiuto, con la messa a disposizione di campi e fieno grazie allo scambio-lavoro. Affrontiamo anche il problema dell’accesso alla terra: i terreni che coltivano e dove si trovano gli animali sono in affitto.

Ci muoviamo per andare a trovare Cristian, che si trova con le pecore al pascolo. Scendiamo nel fondovalle dove viene coltivato una parte del fieno e incontriamo Cristian con la sua folta e nera barba: parla con le pecore e loro con lui, i cani lo aiutano

 

 

sono fischi… un alfabeto segreto che rimanda a tempi lontani di transumanze e fatiche. Ma il suo sorriso rompe l’aria e ci parla del suo vivere con e dalle pecore.

 

Ri-trovarsi nella piccola comunità dei contadini di Genuino Clandestino, la condivisione di gioie e dolori hanno rafforzato la voglia di andare avanti anche se costretti a spostarsi in un’altra zona meno siccitosa.

Katrin e Cristian partecipano attivamente alla vita della nostra comunità, sempre presenti ai mercati di Piazza Tasso e Isolotto quando ci sono i formaggi; mitica la sua pecora per le cene in piazza.

Come concludere: CON UN PRANZO CONDIVISO TRA RISATE E UN BUON BICCHIERE DI VINO

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!

Arrivano gli agrumi di Massimo!!!

Venerdì 20 dicembre (15:00-20:00)
Piazza Tasso 
Per aiutarci come rete di produttrici e produttori abbiamo deciso di proporre,al Mercato Contadino di Piazza Tasso, le arance, clementine e limoni di un caro amico nonché produttore calabrese di Genuino Clandestino.
 
Condividiamo una parte della sua lettera che ha scritto al movimento per raccontarci cosa sta succedendo nelle sue terre e per coinvolgere coproduttori e coproduttrici:
 
Vivo nella Piana di Sibari, terra di ndrangheta e di latifondi, svuotata da tsunami migratori e assetata di fondi pubblici. Una terra fertile, dove il profumo di zagara si mescola con l’agricoltura estensiva, produttivistica, essenzialmente monocultivar. Un territorio che, se analizzato attraverso la sua struttura fondiaria, si suddivide principalmente in due modelli: il primo, è rappresentato dagli ex latifondisti, oggi pluripremiati imprenditori/commercianti, innovatori. L’altro, il misero, è composto invece da piccolissimi appezzamenti di terreno (tra cui il mio) dovuti alla riforma agraria del 1950 (Progetto Opera Sila). Una Pianura intera fortemente frammentaria suddivisa in piccoli lotti e tutti a coltivazione di clementine. É l’affermarsi del modello dei “latifondi dei contadini” frutto della modernizzazione e della interdipendenza del piano criminale americano, e della Dc di allora. Un modello che sfrutta braccianti migranti e non, in cambio di elemosine. Un modello che ha piantato il seme della proprietà privata nelle coscienze dei contadini in cambio di un fittizio riscatto sociale ed economico. Parlare oggi di Sud e di agricoltura meridionale significa confrontarsi con questo modello.

Leggi tutto “Arrivano gli agrumi di Massimo!!!”

Lancio della Campagna: STOP PESTICIDI

Se ci guardiamo attorno oggi e ci soffermiamo ad ascoltare ed osservare il mondo che ci circonda, non è difficile rendersi conto del grave stato di disarmonia e fragilità in cui versano gli ecosistemi naturali, dalla piccola alla grande scala. Ci ritroviamo a vivere in ambienti sempre più antropizzati, inquinati, depredati e destabilizzati, con effetti sempre più pervasivi sulle nostre vite e su quei funzionamento dei meccanismi naturali che fino ad ora hanno garantito la sopravvivenza e la riproduzione di tutte le specie sul nostro pianeta, compresa la nostra.

Questo scenario non è causato dalle attività umane in genere ma da un sistema politico, economico e sociale ben preciso, che nell’ultimo secolo ha portato avanti un modello basato sui profitti, sullo sfruttamento indiscriminato della natura e di ogni forma di vita.

Analizzare la stato di salute del pianeta oggi, confrontarsi con il cambiamento climatico e la crisi ecologica, significa necessariamente confrontarsi con il sistema economico dominante, capitalista e neoliberista, che si è tradotto in una profonda mercificazione di tutto l’esistente. Le risorse naturali, le comunità umane, la terra, sono state messe interamente al servizio del denaro, diventando beni di scambio. Questo approccio ci ha portati/e dove siamo ora: sull’orlo della catastrofe ecologica e climatica, che ha portato la comunità scientifica internazionale a parlare di sesta estinzione di massa in riferimento ai ritmi e alla portata dell’estinzione delle specie viventi sul pianeta (sia nel mondo vegetale che animale). Leggi tutto “Lancio della Campagna: STOP PESTICIDI”

INCONTRO 8 nov. ore 20.30 al Circolo Andrea del Sarto “Rapporti tra città e campagna: Consapevolezza, Consumo critico e Costruzione di nuove reti di Resistenza dal basso”

Questo incontro è stato proposto a seguito di questa lettera di 2 apicoltori che tutti gli anni informano e rendono partecipi i propri “clienti” sull’andamento della stagione e le modalità di produzione dell’alimento che acquistano (consumo critico e consapevole):

Buongiorno a tutti e a tutte,

come ormai di consueto vi scriviamo per informarvi e raccontarvi della stagione che abbiamo appena  passato e che pian piano stiamo concludendo. Prima di immergerci nella breve cronostoria della stagione volevamo condividere con voi una riflessione.

Se due anni fa si sosteneva che, per gli apicoltori, fosse la stagione più disastrosa degli ultimi trentacinque anni, possiamo affermare che quella che abbiamo appena passato è sicuramente la più preoccupante che si sia mai vista.

Preoccupante perché non solo ci sono state scarsissime produzioni, difficoltà nel riprodurre le famiglie e la ricomparsa di malattie ormai rare quali la peste europea ma anche per  l’affermazione di una nuova tendenza , quella di un rapido e inesorabile declino del nostro ecosistema.

Il lavoro dell’apicoltore ha una peculiarità che lo contraddistingue da ogni altra forma di allevamento o coltivazione del settore agricolo. La necessaria collaborazione e sinergia con l’ambiente che lo circonda.    

Ci spieghiamo meglio. Leggi tutto “INCONTRO 8 nov. ore 20.30 al Circolo Andrea del Sarto “Rapporti tra città e campagna: Consapevolezza, Consumo critico e Costruzione di nuove reti di Resistenza dal basso””

ALESSIO, AZIENDA AGRICOLA BIORTAGGI

VALDELSA, POGGIBONSI

ortaggi

5 OTTOBRE 2019

Siamo andati a vedere e conoscere l’azienda di Alessio e dei suoi genitori. Per vederla in tutti i suoi dettagli e farci raccontare tutti i segreti non sarebbe bastata una settimana, invece abbiamo dovuto accontentarci di una giornata.

Presenti: 2 produttori affini, 3 co-produttori e 3 del gruppo gp della CRC Jerome Laronze.

Alessio e i suoi genitori coltivano ortaggi, attività avviata dal nonno e poi seguita dai familiari; è sempre stata un’azienda a conduzione familiare. In questo momento vengono coltivati tre ettari di terreno: uno di proprietà, uno in affitto e uno in comodato d’uso. Il modello di agricoltura seguito è naturale, basato sulla prevenzione con l’obbiettivo di evitare o almeno ridurre la componente dei trattamenti.

Molta cura ed attenzione viene prestata nell’organizzazione del piano colturale che consiste nella conoscenza dei terreni a disposizione, nella decisione delle colture che nell’anno corrente andranno a dimora in quel loco permettendo così di poter decidere le colture successive in modo da non impoverire il terreno e non incrementare la presenza di patogeni.

Ci hanno mostrato una mappa dei terreni attraverso la quale si aiutano per la pianificazione delle rotazioni.

 

L’attività viene sostenuta da vendita diretta in azienda, gas e attraverso i mercati. Alessio ci ha guidato attraverso l’azienda mostrandoci le diverse coltivazioni, raccontandoci i vari processi, le lavorazioni del terreno e concimazioni che eseguono per le varie colture, permettendo confronti sui vari metodi di coltivazione seguiti. Abbiamo passeggiato per i terreni facendoci raccontare le storie di quei campi.

 

Abbiamo visto le serre e i vasi-semesaio dei vecchi vivai.

Oltre agli ortaggi abbiamo potuto vedere la bellissima bambueta che ormai si è espansa e rifornisce tutti gli orti di Poggibonsi, i 60 alberi da frutto micorizzati a tartufo, la nuova coltivazione di fragole e soprattutto la coltivazione di arachidi e il pollaio.

 

Abbiamo concluso la giornata con un buonissimo pranzo preparato dalla mamma di Alessio ed infine a pance piene abbiamo compilato le schede.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!

BERNARDO (comune di Bagnaia)

BERNARDO (Comune di Bagnaia)

pane

14 SETTEMBRE 2019

Questa volta la GP ci porta vicino a Sovicille in provincia di Siena, nella comune di Bagnaia, un’esperienza di vita collettiva nata nel 1979. A Bagnaia Bernardo fa il pane e noi siamo venuti a vedere dove e come lavora.

Presenti: 1 produttore affine, 1 trasformatore, 3 del gruppo GP.

Una volta arrivati sul posto veniamo accolti da Fabio, che ci offre un buon bicchiere di vino bianco fatto da loro, e da Lucia una delle fondatrici della comune.

Seduti sulle panchine all’ombra dei pini ci presentiamo per conoscerci e Bernardo ci racconta che fino a qualche anno fa apparteneva ad un mondo completamente diverso: era un artista e viveva a Berlino ma ad un certo punto ha sentito l’esigenza di prodursi il cibo; non avendo la terra è approdato a Bagnaia, proponendo una collaborazione. Loro producono la farina e lui panifica. Inoltre, fuori da Bagnaia, comincia a sperimentare nuove forme di fare orto rifacendosi ai principi dell’agricoltura organica rigenerativa.

Dopo la chiacchierata iniziale ci muoviamo verso il laboratorio, una bella stanza attrezzata per le numerose attività di trasformazione, dove Bernardo prepara l’impasto. Qui ci racconta che l’acqua proviene dall’acquedotto, lui la lascia decantare per 24 ore e successivamente la dinamizza prima di mescolarla alla farina, che proviene per metà dal grano coltivato a Bagnaia e l’altra metà da Floriddia, un’azienda agricola biologica. Il forno è a legna ed è situato all’esterno, ha una capienza di 30kg ed è in perfetto stato. Infine Bernardo ci porta nel bosco per farci vedere dove raccoglie la legna e nella camminata incontriamo una stalla con tre bei vitelli, un porcile con tre maiali e un recinto pieno di conigli.

Arriva l’ora del pranzo, una bella tavolata all’ombra di un pergolato di uva fragola.

 

 

Dopo il pranzo continuiamo a parlare con Fabio, Lucia e Karin della storia di Bagnaia, di quello che hanno costruito in 40 anni e di tutte le problematiche che hanno dovuto affrontare e che tuttora affliggono la comune, una su tutte la quasi totale assenza di ricambio generazionale.

Ci salutiamo contenti di aver passato una bellissima giornata e di aver conosciuto una piccola grande storia di questo fazzoletto di terra senese apparentemente lontano dal tempo.

 

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

 

TITO, PALAIA, PONTE A EGOLA

TITO, PALAIA, PONTE A EGOLA

coltivatore di parole

31 LUGLIO 2019

La fine di luglio ci porta da Tito, nella sua casa di campagna a Palaia verso Ponte a Egola, nel luogo dove semina, annaffia, cura… insomma coltiva… le sue parole. Siamo un gruppetto di 7 compagni della CRC Jerome Laronze ed il gruppo dei nuovi vicini di Tito che ci accompagnano in questa giornata di garanzia partecipata.

Tito ci accoglie nella sua casa dove i libri non passano inosservati in un ordine scompigliato ed articolato, dove regna un pianoforte che ci regala musica ed allegria grazie alla vicina di casa musicista che ci fa scoprire che Tito, non solo coltiva parole, ma crea anche arrangiamenti!

Un forno in salotto proprio di quelli di una volta caldo e protagonista del super pranzo che ci aspetta.

 

 

 

 

Un’altalena per cullarsi e tante cose per accogliere esseri umani ma non troppo!

Dopo un pranzo in compagnia dei suoi nuovi vicini di casa ricco di racconti di vita condivisi, dove scopriamo un po’ di più della vita di Tito e del suo cammino, dedichiamo un momento alle parole: scritte, coltivate, sognate… Giovanni ci regala la lettura di un testo ed il resto lo dedichiamo alle parole scritte e pubblicate da Tito leggendo e scegliendo a turno una parola dal “Dizionario Genuino Clandestino”.

Concludiamo la giornata con una passeggiata nel bosco variegato, con una flora un po’ particolare ed atipica a detta dei nostri esperti, luogo di passeggiate e fonte di ispirazione. Grazie a Tito per aver voluto condividere con noi questo pezzo della sua vita che lo lega alla nostra comunità. Per averci mostrato dove e come è possibile “coltivare parole”, parole che potete trovare anche in Piazza tutti i venerdì!

Anche questa è garanzia partecipata, cura dei luoghi delle persone dei percorsi…

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

DUCCIO, apicoltore

DUCCIO

miele

GIUGNO 2019

Nella giornata più torrida di fine Giugno noi, ai quali non piacciono le cose facili, abbiamo organizzato (ORE 14) la visita della Garanzia Partecipata da Duccio.

Presenti: 1 trasformatore , 2 produttori affini, 2 del gruppo GP.

Duccio ha fatto 3 anni l’apicoltore dipendente e nel 2017 ha iniziato la sua attività, quindi questo è il terzo raccolto che fa e fino ad ora non sono state grandi annate….speriamo nelle prossime!          Abbiamo visitato una postazione fissa nel Valdarno Le Balze. È da soli tre anni che Duccio fa l’apico/ultore ma dimostra un’ottima conoscenza; la postazione è ordinata e curata.

Per alcuni di noi è un mondo sconosciuto e grazie anche alla partecipazione di due produttori affini abbiamo potuto approfondire l’argomento e capire quali sono le vere difficoltà: anche l’apicoltura in questi ultimi anni risente delle variazioni climatiche e questo comporta un continuo osservare e capire non solo al fine della produzione ma anche per il benessere delle api.

Questa postazione è situata in una zona incontaminata senza grosse monoculture e quindi uso di prodotti chimici. La produzione prevalente è: miele di acacia, castagno e millefiori. Le zone di produzione sono: Valdarno, il pistoiese, Bagno a Ripoli.

 

Duccio è certificato BIO solo ai fini economici, il suo tipo di “allevamento” va oltre il bio. La filosofia di Duccio è quella di avere degli alveari stanziali: non pratica il nomadismo che stressa le api e nutre il meno possibile in modo artificiale, pratica invece molto usata in apicoltura. Usa materiali sostenibili nelle varie fasi di lavorazione, come acciaio e vetro. Il suo obiettivo è arrivare a circa 150 alveari per averne in produzione 70/100, numero per cui è possibile vivere di apicoltura senza bisogno di aumentare il personale per lavorare e vendere gli sciami.

Le cassette sono tutte colorate e dipinte, perché i disegni sono un punto di riferimento per le api. Fa di solito 2 trattamenti l’anno con acido ossalico contro la varroa, anche se molte api muoiono. L’allontanamento delle api dall’arnia viene fatta tramite fumigazione, bruciando balle di yuta.

Per la smielatura e le altre operazioni di laboratorio si appoggia a laboratori di apicoltori amici. Questo è un problema: iniziare un attività di apicoltura non richiede un grosso investimento iniziale, occorrerebbero sul territorio delle strutture a norma al servizio dei molti piccoli apicoltori.

La sua vendita è diretta, anche se prevede per il futuro (sperando in buone annate) di lasciarne un po’ all’ingrosso. Ha un buon rapporto con i proprietari dei terreni dove porta le api: la consuetudine vuole che si lascino 6kg di miele come regalo per l’uso del terreno, è importante perché avendo postazioni fisse sparse su una vasta area che va dal Valdarno al Pistoiese, in caso di problemi e anomalie avvertono l’apicoltore. Tutto questo avviene ovviamente su un’apicoltura di bassa scala.

Che dire per concludere, siamo felici di avere Duccio nella nostra comunità di resistenza perché come l’ape: “non è un animale domestico e neppure selvatico, ma qualcosa di intermedio, una creatura capace di contrarre rapporti con l’uomo (gli altri) senza perdere la propria libertà; o comunque restando sempre in condizioni di riprendersela.(Plinio,Historia naturalis)

Credo che questa frase-pensiero sulle api rispecchi quello che è Duccio, inoltre voglio lasciarvi con questo pensiero che invece rispecchia un po’ la nostra piccola comunità: Le api sono “insieme” e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI

UNA NUOVA CONTADINA: AGNESE

LE VALLI, RIGNANO SULL’ARNO

ortaggi

26 MAGGIO 2019

Presenti: 2 contadini/produttori affini, 2 del gruppo GP della CRC Jerome Laronze, 2 compagni della CRC Jerome Laronze.

Oggi siamo in visita da Agnese: una giovane, giovanissima donna, che sta avviando una piccola attività di coltivazione di aromatiche e orticole presso casa sua. Agnese vive nel Valdarno con circa 15 amici e per raggiungerla ci vogliono un bel po’ di minuti di strada sterrata!

Il posto è incantevole seppur con qualche difficoltà, soprattutto per chi come lei ha voglia di coltivare: l’acqua per esempio non è scontata, ma ci stanno lavorando! Insieme ad Agnese ci accoglie sua sorella Irene complice nell’inizio di questa nuova attività, insieme ad altri due amici della casa; e poi cani e gatti coccoloni e giocherelloni.

Agnese e Irene ci fanno vedere dove coltivano le verdure miste ad aromatiche e ci raccontano i loro progetti. Ci mostrano inoltre la piccola, per ora, riserva di piantine che stanno coltivando per poi riprodursene i semi. Una delle passioni sono appunto i semi, per creare le piantine da poter dare a chi vuole coltivare ma soprattutto da piantare nello stesso campo per garantire una produzione orticola sana e completamente auto-prodotta.

Ci raccontano di come hanno pensato di impostare il loro campo confrontandosi con i contadini lì presenti e dei loro progetti futuri. Sono all’inizio, ma come comunità vogliamo sostenerli e dar loro spazio. Per concludere il pomeriggio ci aspetta una bella merenda condivisa e la compilazione della scheda della garanzia partecipata.

 

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!

GIOVANNI, di tutto un po’

AZ. AGRICOLA GIOVANNI PANDOLFINI, MONTESPERTOLI

ORTAGGI, VINO, FORMAGGI E TRASFORMATI

APRILE 2019

Presenti: 2 produttori affini, 1 produttore ospite Palestinese, 4 coproduttori, 2 del gruppo GP della CRC Jerome Laronze, 2 membri della CRC Jerome Laronze.

Da Giovanni c’è di tutto un po’:

2 mucche, 1 vitello, pecore, anatre mute, maialini, galline, ma soprattutto ortaggi e vigna. Avere degli animali, che Giovanni utilizza soprattutto per il fabbisogno della sua famiglia, aiuta ad avere un buon equilibrio agricolo: non si butta via niente, anche il letame è preziosissimo per concimare.

Ci ritroviamo tutti a casa di Giovanni verso le 10, i primi che arrivano contribuiscono al momento di mutuo aiuto che consiste nel legare la vigna. Non tutti lo sanno fare e così è un buon momento per aiutare ma anche per imparare.

 

Pranziamo ovviamente con prodotti tratti dall’attività di Giovanni ed assaggiamo l’ottimo vino!

 

Nel pomeriggio parte la visita nel campo, dove regna un’ampia varietà di ortaggi.

Nei pressi del campo abbiamo modo di vedere anche una serra, scoperchiata purtroppo di recente dalle intemperie, dove Giovanni crea le piantine che poi pianterà nel campo. Segue un confronto fra i produttori affini sulle tecniche di coltivazione.

Vediamo dove tiene gli strumenti di lavoro e tutti gli animali. Ci mostra anche la tabella dove segna tutto quello che semina ogni anno, dove e quando, così da poter sempre fare una consapevole e corretta rotazione per rinforzare la terra.

 

Una volta tornati a casa compiliamo la scheda. Giovanni fa un ottimo lavoro, ci sono delle piccole cose da migliorare che condividiamo così che Giovanni si impegni a migliorarle.

NÉ CONTROLLORI NÉ CONTROLLATI

GERMANA

AZ AGRICOLA LA COLOMBAIA, LASTRA A SIGNA

frutta

25 FEBBRAIO 2019

La quarta visita della GP ancora una volta non ci ha deluso. Tutte le volte ci rendiamo conto che è un percorso da sostenere e sperimentare. 3 ettari a frutteto e 1 ettaro di bosco immersi nelle colline di Lastra a Signa; forse l’unica “pecca”, se così la vogliamo chiamare: la superstrada che passa vicino. Per fortuna un bel pezzo di bosco fa da barriera e separa l’azienda agricola dalla FIPILI.

Germana, che quando viene al mercato sembra un folletto uscito dai boschi con la sua splendida bimba sempre con lei, ci accompagna a visitare il terreno.

Iniziamo dalle piante di feijoa: una coltivazione non tipica ma che si adatta bene ai nostri terreni, i cui frutti Germana porta regolarmente al mercato. La LORO È AGRICOLTURA NATURALE: NON USANO NESSUN CONCIME O PRODOTTO DI SINTESI.

 

Andiamo a raggiungere Stefano che sta potando le viti. Le varietà di viti sia da vino che da tavola sono vecchie e mentre ne parliamo Stefano ci fa una lezione sulla potatura delle stesse. La loro filosofia è quella di mettere e riprodurre varietà che non necessitano di trattamenti e sono più resistenti alle malattie.

Per l’irrigazione hanno la fortuna di avere un piccolo lago sopra il loro terreno e, a caduta, riescono ad irrigare tutto. Il terreno è sabbioso e friabile, ottimo per la coltivazione dei topinambur che vengono portati al mercato.

Come attività formativa che spesso accompagna le nostre visite abbiamo scelto la potatura degli alberi da frutto: Stefano ci fa vedere varie tecniche fra cui anche come potare i castagni lasciando dei rami che possono diventare una scala per salire fino in alto, sempre legati ed in sicurezza ovviamente.

Il tempo passa in fretta e ci accingiamo ad entrare nella rimessa; ora il freddo e l’umidità si fanno sentire e tra composte di frutti antichi, pane e un buon bicchiere di vino compiliamo la scheda.

Crescono le nostre conoscenze, crescono le relazioni, si stringono legami di fiducia. Un grazie di cuore a Germana e Stefano che hanno aperto le porte del loro podere a tutti noi.

NE’ CONTROLLORI NE’ CONTROLLATI!