Hanno ucciso Laronze
Jérôme Laronze, allevatore in Saône-et-Loire, è stato ucciso il 20 maggio 2017 dai gendarmi. Il suo nome si aggiunge ad una lunga lista delle vittime delle forze dell’ordine. La sua morte ci ricorda che le violenze istituzionali non risparmiano nessuno, nemmeno gli agricoltori.
Jérôme era incalzato da anni dall’amministrazione agricola: controlli a ripetizione, penalità, minaccia di abbattimento del gregge… Questa repressione mirava « a metterlo a norma », proprio lui che rifiutava di rispondere alle ingiunzioni di tracciabilità (microchip agli animali, dichiarazione di circolazione, profilassi, ecc.). La pressione crescente ha superato una soglia nel 2016, quando i servizi veterinari hanno chiesto l’intervento dei gendarmi, per effettuare i loro controlli a tutti i costi.
Durante la loro ultima visita, due controllori e quattro soldati armati si sono
presentati all’azienda agricola a sorpresa. Preso allo sprovvisto, Jérôme ha deciso di partire in fuga per denunciare il modus operandi dell’amministrazione. Nel Journal de Saône-et-Loire, enunciava la sua visione perfettamente chiara della situazione: “L’iper-amministrazione non porta nulla agli agricoltori, soltanto dell’umiliazione e delle angherie. Nell’interesse dei commercianti e degli intermediari. Il mio caso è aneddotico, ma illustra l’ultra-regolamentazione che conduce ad una distruzione dei contadini.“
Purtroppo, la sua confessione mediatica e politica è finita sotto le munizioni dei
gendarmi dieci giorni più tardi. Mentre una buona parte degli agricoltori e degli allevatori francesi deprime, abbandona o si suicida, Jérôme, si è opposto al sistema normativo ed è stato abbattuto.
Mentre i servizi dello Stato tentano di screditarlo per scusare i suoi gendarmi1, dobbiamo riconoscere a Jérôme la sua chiarezza ed il suo coraggio in questa lotta che riguarda tutti i lavoratori della terra. Il suo omicidio rende la distruzione dei contadini più visibile che mai.
Lo Stato al servizio del capitale L’ultra-regolamentazione è basata su norme sanitarie ed ambientali, il cui numero ha esploso da vent’anni. Tali regole pretendono rispondere ai problemi attuali della sanità pubblica e della tutela
dell’ambiente. Ma queste promesse sempre deluse, mascherano l’obiettivo reale. La gestione attraverso le norme serve soltanto a scremare la popolazione agricola per concentrare la produzione ed i profitti.
Se il deterioramento del nostro ambiente e della nostra salute sono innegabili, le norme non hanno dimostrato né la loro necessità, né la loro efficacia: nessuno studio dimostra il rischio presupposto delle pratiche contadine; nessun protocollo industriale ha impedito la mucca pazza, le alghe verdi o lo scandalo delle lasagne alla carne di cavallo. Al contrario, l’industrializzazione dell’agricoltura si è accompagnata all’uso massiccio di prodotti tossici per la natura in generale e per gli umani in particolare. Il deterioramento delle nostre condizioni di vita è strettamente legato allo sviluppo del modello produttivista.
Tuttavia queste norme, accuratamente pensate dalla lobby agroindustriale, sono imposte a tutti sotto 1 La FDSEA e la Confédération Paysanne (sindacati agricoli principali) hanno alimentato questo discorso ufficiale affermando che era « psicologicamente debole », che aveva « bisogno di cure », o suggerendo che avrebbe agito « oltre la ragione ».
la forma di regolamenti. Il sistema normativo fa scomparire la singolarità di ogni azienda agricola e l’esperienza del produttore a profitto di procedure standardizzate. Ci riduce a semplici esecutori, privati delle nostre conoscenze, delle nostre culture e dei nostri strumenti di lavoro. Ciò asfissia finanziariamente ed amministrativamente. Denatura il senso del nostro lavoro. Trasforma in
lavoratori proletarizzati e spinge a lasciare le nostre aziende agricole. Tutto ciò risponde ai bisogni dell’industria: liberare il fondiario da un lato e la mano d’opera, resa precaria, dall’altro.
I politici, consigliati dalle stesse lobbies, hanno predisposto provvedimenti finanziari che accompagnano le regolamentazioni sanitarie ed ambientali. Ma queste sovvenzioni ed altri vantaggi fiscali sono di rado accessibili alle aziende agricole contadine poiché gli investimenti necessari restano fuori portata. Solo gli agricoltori industriali possono pretendervi, e ne approfittano anche per aumentare i loro vantaggi enormi differenziando i loro redditi (solare, eolico, metanizzazione…).
Così, la gestione attraverso le norme è diventata la principale leva delle politiche agrarie per sradicare le piccole e medie aziende agricole, a profitto dell’agroindustria. Al di là di ogni risultato probante sulla salute e l’ambiente, la combinazione di regolamentazioni ed aiuti pubblici danno all’industria le condizioni ed i mezzi della propria prosperità. Jérôme lo aveva bene capito. Si è opposto e ne è morto.
Lottiamo insieme per esistere è tempo di porre fine a questa politica mortifera. Molti di noi rifiutano di sottoporsi alle ingiunzioni dello Stato. Altrettanti atti di resistenza sono necessari, ma difficili da assumere soli, di fronte ad un’amministrazione repressiva ed una giustizia di classe. L’omicidio di Jérôme suona come un avvertimento: isolati, scompariremo prima o poi, sepolti dalle norme o dalle munizioni.
Solo un movimento collettivo permetterà di fermare la macchina che ci schiaccia.
Il sindacalismo ha mostrato i suoi limiti. Impigliato nella cogestione, non può essere più una forza d’opposizione. Usciamo dall’ipocrisia. Non c’è nulla da negoziare con lo Stato francese ed il suo avatar europeo, che concentrano le produzioni ed facilitano le rendite degli imperi agro-alimentari.
Occorre impedirgli di nuocere con la disobbedienza collettiva e l’azione diretta.
Come la lotta contro i microchip imposti alle pecore, occorre ristabilire una relazione di forza con l’amministrazione, organizzando una presenza collettiva sulle aziende agricole durante i controlli.
Questa presenza aiuta a fuoriuscire dalla logica di umiliazione, sensazione d’impotenza e isolamento. Ma, tenuto conto della situazione, dobbiamo andare oltre. Bisogna ormai rifiutare i controlli collettivamente ed assicurarsi che nessuna sanzione ne risulti.
Rifiutiamo il sistema normativo che tenta di eliminarci!
hors.norme@riseup.net
Collettivo di agricoltori contro le norme
18 agosto 2017