Genuino Clandestino contro il Congresso Mondiale delle Famiglie, Verona 29-31 marzo 2019

Il movimento di Genuino Clandestino aderisce alla manifestazione contro il Congresso Mondiale delle famiglie che si terrà a Verona il 29-30-31 marzo e che ospiterà esponenti politici fascisti, razzisti, antiabortisti e omofobi.

Ci uniamo agli altri movimenti italiani e internazionali con la nostra presenza e adesione perchè riteniamo di fondamentale importanza e urgenza contrastare le posizioni anti-abortiste, anti-femministe, anti-omossessualità, e quindi contrarie all’autodeterminazione delle nostre libertà di scelta, che verranno sdoganate durante la tre giorni.

Tutte le associazioni, i governatori e i partiti che interverranno hanno legami con organizzazioni della destra cristiana e con i movimenti dell’estrema destra del mondo e sono caratterizzate da posizioni vicine all’idea che la natura abbia assegnato agli uomini e alle donne differenti diritti sociali e diverse capacità psichiche, identificando la donna unicamente come rilegata al ruolo della riproduzione e della cura domestica e che la sua possibilità di abortire, così come di divorziare, siano le cause del declino demografico. Non riconoscono i diritti civili a tutti quei nuclei familiari che non rispondono al requisito dell’eterosessualità unita in un contratto matrimoniale, in quanto, dal loro punto di vista retrogrado,  inadatti ad un armonioso sviluppo dei figli.

Equiparano, inoltre, l’interruzione volontaria di gravidanza all’omicidio e vorrebbero rendere patologiche tutte le forme di orientamento sessuale diverse dell’eterosessualità e rifiutare il conferimento dei diritti civili a tutti coloro che manifestano tali identità, proponendo terapie riparative per ritornare alla condizione “normale” dell’eterosessualità.

Genuino Clandestino oltre a rifiutare tali idee e posizioni, vuole far sentire la sua voce per ribadire il suo sentirsi “con” le donne, i genitori, i figli, gli esseri umani che scelgono di sperimentare in qualsiasi forma la loro libertà sessuale e relazionale.

Come custodi della Terra, dell’autodeterminazione comunitaria, e in quanto contrarie alle forme di fascismo patriarcale promosse del congresso e dai loro organizzatori, dichiariamo la nostra presenza a fianco di chi lotta contro queste forme di oppressione della libertà.

L’evoluzione dentro di noi: l’autogestione della Salute

Tratto dall’intervista a Stefano Riccesi, filosofo e naturopata, durante la rubrica MINIMA RURALIA, a Radio Contado (trasmissione di Radio Wombat)

M. Dove si è perso il contatto di ciascuno di noi con la salute? Quando abbiamo iniziato, e perché, a delegare la nostra salute, perdendo il contatto con l’individualità?

S. Nel corso della storia si è estremizzato un rapporto tra uomo e natura, che prima è stato di scissione e poi di dominazione, con un culmine nella rivoluzione scientifica e industriale. Questo si deve alle caratteristiche stesse del pensiero e del linguaggio. Di per sé il pensiero e il linguaggio, tanto più sono qualcosa che assume una vita autonoma, come una sorta di entità separata, oserei dire di demone, tanto più sviluppano una tendenza a strumentalizzare tutto ciò che vive, e quindi a perseguire sempre delle finalità, e i mezzi per ottenerle. C’è un processo che la ragione occidentale ha compiuto, dall’andare da un rispetto, da un’armonia, da una sintesi uomo-vita a una nostalgia, a una distanza, che è diventata controllo. Ed è proprio questo che la scienza ha mostrato di essere: una serie di strumenti volti a conoscere le cose nella misura in cui è interessante riconfigurarle tecnologicamente, manipolarle e poi strumentalizzarle.

M. Da qui il fatto che l’umano abbia coniato scienze per ogni ambito della vita…. Abbiamo risolto un sacco di problemi ma aprendo una marea di contraddizioni.

S. Sì, nel senso che già di per sé dovremmo chiederci se i problemi che risolviamo prima ci fossero o se li creiamo nel momento stesso in cui inventiamo le soluzioni. Se ci poniamo come monadi isolate in un universo ignoto che può aggredirci, sotto forma di batteri, virus, di altre popolazioni o “influenze”, automaticamente instauriamo una psicologia bellica che di fatto richiede uno strumento bellico per essere risolta. Quindi i problemi nascono insieme alle risposte e queste con i problemi. Leggi tutto “L’evoluzione dentro di noi: l’autogestione della Salute”

APPELLO “MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI” – 23 marzo a Roma

Non serve il governo del cambiamento, serve un cambiamento radicale
#siamoancoraintempo

Chi siamo
Siamo i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che da anni si battono contro le grandi opere inutili e imposte e per l’inizio di una nuova mobilitazione contro i cambiamenti climatici e per la salvaguardia del Pianeta. Abbiamo iniziato questo percorso diversi mesi fa, ritrovandoci a Venezia lo scorso settembre, poi ancora a Venaus, in Val Susa e in molti altri luoghi, da nord a sud, dando vita ad assemblee che hanno raccolto migliaia di partecipazioni. Siamo le donne e gli uomini scesi in Piazza lo scorso 8 dicembre a Torino, a Padova, Melendugno, Niscemi, Firenze, Sulmona, Venosa, Trebisacce e in altri luoghi.

Dall’assemblea di Roma del 26 gennaio lanciamo l’invito di ritrovarsi a Roma il 23 Marzo per una manifestazione nazionale che sappia mettere al centro le vere priorità del paese e la salute del Pianeta.

Grandi opere e cambiamento climatico

Il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere inutili e imposte non è solo sinonimo, come denunciamo da anni, di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio dei nostri territori, di danni alla salute, ma è anche l’incarnazione di un modello di sviluppo che ci sta portando sul baratro della catastrofe ecologica.

Il cambiamento climatico è uscito da libri e documentari ed è venuto a bussare direttamente alla porta di casa nostra. <!–more–> Leggi tutto “APPELLO “MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI” – 23 marzo a Roma”

Una bozza del nostro Manifesto

Siamo una comunità eterogenea di persone che vivono e lavorano nella campagna toscana: contadini/e, allevatori/trici, trasformatori/trici, raccoglitori/trici, artigiani/e, cittadini/e, il cui nome nasce per ricordare e denunciare la morte di Jérôme Laronze – pastore ucciso dai gendarmi e dal sistema normativo agricolo vigente –  e la cui visione comune si identifica nelle seguenti pratiche e volontà:

– COLTIVARE la diversità e l’alternativa come risposta all’omogeneizzazione imposta dall’economia del mercato globale e dalla cultura lineare ed estrattivista, in favore dell’economia circolare, di restituzione e di autosussistenza e di una sapienza popolare che considera la terra non come una materia prima da conquistare a favore dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione,  ma come fonte essenziale di nutrimento e cura, tanto del pianeta quanto dell’organismo umano.

Praticando uno stile di vita che sia in armonia con i ritmi e gli equilibri naturali, puntiamo a riscoprire e arricchire la tradizione contadina secondo la quale l’essere umano non è un elemento estraneo all’ambiente che lo circonda. Da qui nasce la nostra determinazione nel diffondere e mettere in pratica l’autogestione e l’autosussistenza attraverso  stili di vita che accorcino le distanze tra sapere centralizzato/convenzionale e sapienza tradizionale, e forme di lavoro genuine, grazie alle quali traiamo nutrimento e rigeneriamo il suolo senza impoverirlo (agricoltura e allevamento naturali, trasformazione etica delle materie prime, artigianato ecologico, raccolta responsabile, medicina popolare, ecc).

– RESISTERE agli attacchi della mono-cultura dominante, sperimentando un modello comunitario, agricolo e socioeconomico volto a valorizzare le relazioni sociali e le autoproduzioni, favorendo la filiera corta e trasparente, lavorando in prima persona nei propri poderi e nelle proprie terre, coltivando, raccogliendo e allevando animali per il proprio fabbisogno alimentare e per ricavare un reddito di sussistenza.

– SVILUPPARE individualmente e collettivamente, un percorso di tutela e protezione rispetto alle normative vigenti che tentano di eliminare l’agricoltura/cultura contadina. Per questo condividiamo un percorso politico di resistenza attraverso l’illegalità, l’unità, l’autogestione e la tutela reciproca per dar forza alle nostre forma di vita.

– ALIMENTARE una cultura di pace e di rispetto per l’ambiente, utilizzando un basso livello di meccanizzazione e deprecando l’utilizzo di organismi geneticamente modificati, insetticidi, antibiotici, diserbanti, pesticidi, così come l’utilizzo inconsapevole ed eccessivo di farmaci dannosi alla vita (suolo, animali, organismo umano). Preferiamo le tecniche vecchie e nuove di controllo e di difesa dai parassiti e dalle infestanti come l’alternanza delle colture, le consociazioni, le pacciamature, le false semine, i macerati  e le concimazioni naturali, i preparati biodinamici, il rame, lo zolfo, la zappa, le lievitazioni naturali, la fito-floriterapia, ecc.