TERZO SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA: PERCHE’ IL 27 SETTEMBRE SCENDEREMO IN PIAZZA

11 anni è il tempo stimato dagli scienziati per invertire la rotta ed affrontare la più imponente crisi che il pianeta abbia conosciuto, una crisi che si rende ogni giorno più manifesta e che prende la forma degli incendi in Amazzonia ed in Siberia, degli eventi atmosferici anomali, delle migrazioni forzate, della distruzione di interi ecosistemi ed equilibri naturali.

L’emergenza climatica non può essere derubricata ad un semplice surriscaldamento, si tratta di un fenomeno ben più ampio e complesso. Lo scenario che si apre da qui ai prossimi anni è quello di un disastro ambientale senza precedenti, che non concerne solo le variazioni di temperatura, ma anche lo stato in cui versano le risorse naturali primarie da cui dipendiamo: le nostre acque, la nostra terra, la nostra aria, sono sempre più sfruttate ed inquinate.

La contaminazione, la cementificazione, l’edilizia indiscriminata, il continuo assottigliarsi delle aree verdi, l’inarrestabile costruzione di mega industrie e grandi opere, stanno compromettendo in maniera irreversibile la vivibilità dei territori. Leggi tutto “TERZO SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA: PERCHE’ IL 27 SETTEMBRE SCENDEREMO IN PIAZZA”

8 DICEMBRE – COMUNICATO

La “Giornata contro le Grandi Opere Inutili e Imposte” (GOII), 
proclamata dal Forum internazionale dei movimenti e comitati che lottano per la salvaguardia dei territori contro la realizzazione delle 
infrastrutture nocive, ci ricorda di volgere lo sguardo verso quell’8 
dicembre del 2005 in cui gli abitanti della Val Susa si riappropriarono 
del territorio oppresso da una delle tante opere mortifere: la linea 
alta velocità Torino Lione.
 
Attraverso l’opposizione a questa devastazione programmata si sono poco a poco nutrite le radici di altri modelli di convivenza civile, 
organizzazione dal basso, autonomia. Crescendo negli anni la 
consapevolezza che non siamo ancora libere/i dallo sfruttamento, dallo schiavismo e dalle logiche neocoloniali totalitarie, molte altre 
comunità in lotta hanno sollevato lo sguardo, unendo gli intenti: è il 
caso del Comitato contro le Nocività, del Presidio No Inc-No Aero, del 
No Tap.
 
Proprio a Firenze il progetto di ingrandimento dell’aeroporto di Peretola rappresenta l’ennesima grande opera a vantaggio di pochi e dalle tante conseguenze negative per i cittadini della piana, visto che inevitabilmente aumenteranno i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico in un luogo già fortemente inquinato ed antropizzato come la piana FI-PO-PT, oltre al fatto che verranno traslocate, come fossero semplici oggetti, aree umide ed oasi presenti nell’area caratterizzate da un delicato ecosistema.
 
In questo contesto di resistenza collettiva la Comunità di Resistenza 
Contadina “Jerome Laronze”, Mondeggi Bene Comune e il Collettivo d’Agraria dell’Università di Firenze, consci del loro importante ruolo 
nella custodia dei territori abbandonati e nel monitoraggio 
socio-ambientale, vogliono essere parte organica di quel tessuto 
connettivo di comitati, movimenti, associazioni e comunità che 
propongono un’alternativa al modello estrattivista, dalla matrice 
schiavista, sfruttatrice, mafiosa, criminale.
 
A partire da queste esperienze e ispirati da realtà come Mondeggi Bene Comune – che da 4 anni è impegnata nel togliere al capitalismo la terra sotto i piedi, facendo da baricentro di lotta, ricostruendo modelli di convivenza tra esseri viventi ed educando alla Salute e al cibo sano – proponiamo di accordare il passo, verso la transizione agroecologica e la costruzione di un percorso comune rivolto alla definizione di un nuovo patto degli esseri umani, TRA loro e CON la Terra.
 
Vogliamo quindi manifestare in occasione di questa giornata così 
significativa la nostra presenza, costante e determinata, a fianco di 
coloro che dicono SI al processo del cambiamento e alle pratiche 
alternative. Per questo l’8 dicembre ribadiremo il nostro impegno alla 
costruzione di un futuro sano e degno, in coordinamento con i territori che, stanchi di subire devastazioni, svendita e saccheggio hanno deciso di lottare, resistere, sognare.
 
Da Torino alla Piana
 
A sarà dúra!!
 
Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze
Mondeggi Bene Comune
Coll. Agraria, Firenze

Zibechi: «Dagli zapatisti ai No Tav, lotta globale all’estrattivismo»

Intervista al giornalista e scrittore uruguiano Raúl Zibechi sul modello economico imperante oggi e le resistenze popolari: «Intere comunità sono ostacoli da rimuovere per lasciar spazio a miniere a cielo aperto, monocolture, grandi opere. Ma c’è anche un estrattivismo di tipo urbano, la gentrificazione»

Raúl Zibechi è un giornalista, scrittore e attivista uruguaiano, da anni impegnato nella narrazione dell’evoluzione dei movimenti sociali in America Latina. Lo scorso giugno ha partecipato a vari incontri in giro per l’Italia. A Roma, al Parco delle Energie-Csoa Ex Snia, era insieme a una quindicina di comitati che si oppongono alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, dal Tap al Tav passando per le battaglie contro gli inceneritori nel Centro Italia e per quelle di chi difende un modo diverso di produrre e distribuire il cibo. Un’occasione per approfondire con lui una serie di temi.

Nei tuoi articoli e nei tuoi libri illustri e analizzi il concetto di estrattivismo, ancora poco conosciuto da noi. Puoi spiegarci di che cosa si tratta?

L’estrattivismo è una forma di accumulazione fatta dal capitale finanziario, che domina attualmente nel pianeta, attraverso l’appropriazione della natura e dei beni comuni per convertirli in beni di consumo. È l’accumulazione per spossessamento, per «furto». Una differenza fondamentale tra l’estrattivismo e il sistema industriale è che per quest’ultimo gli esseri umani erano una risorsa da sfruttare, servivano a raggiungere il plusvalore. Nell’estrattivismo le persone, ma direi intere popolazioni, sono ostacoli che devono essere rimossi per lasciar spazio, per esempio, alle miniere a cielo aperto, alle monocolture, come la soia, o alle grandi opere infrastrutturali, come quelle per trasportare gli idrocarburi. Ma c’è anche un estrattivismo urbano, che si manifesta tramite la gentrificazione, che sta avvenendo in tutto il mondo. Per questo non ci troviamo di fronte solo a un modello economico, io parlo di vera e propria società estrattiva, che implica una militarizzazione del territorio che crea le basi per uno Stato di polizia. Ormai dobbiamo parlare di «elezioni senza democrazia», perché non si può scegliere che tipo di società vogliamo. Altro elemento nuovo e molto pericoloso è l’alleanza tra capitale finanziario, mafia e forze dello Stato. Leggi tutto “Zibechi: «Dagli zapatisti ai No Tav, lotta globale all’estrattivismo»”